Finanza sostenibile in prima linea per il rilancio dell’economia

In considerazione dei significativi impatti economico-finanziari causati dalla pandemia COVID-19 a livello globale e, in particolare, nel contesto europeo e italiano, il Forum per la Finanza Sostenibile ha evidenziato 7 ambiti in cui la comunità degli investitori responsabili potrà svolgere un ruolo cruciale per la ripresa economica.

Nelle prossime settimane ciascun ambito sarà oggetto di approfondimento, con l’obiettivo di identificare linee operative e di fornire strumenti utili per la ricerca di risposte efficaci alla crisi da parte dell’industria finanziaria verso l’economia reale.

Di seguito il testo dell’intervento del Presidente Pietro Negri e del Segretario Generale Francesco Bicciato (l’articolo è stato pubblicato mercoledì 15 aprile 2020 sul quotidiano Il Sole 24 Ore):

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La crisi che stiamo vivendo testimonia la dirompenza con cui le dinamiche socio-ambientali possono abbattersi sull’economia. Come dimostrato da numerosi studi, la finanza sostenibile permette di contenere queste minacce e di finanziare modelli di crescita più verdi e inclusivi, producendo valore sia per gli investitori, sia per la comunità. Questi vantaggi sono resi possibili grazie all’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) e di un orizzonte di lungo periodo negli investimenti.

Nell’attuale contesto di crisi sanitaria – e, non dimentichiamolo, climatica – la finanza sostenibile sarà un attore chiave per rilanciare la crescita economica.

La ripresa, infatti, dovrà intervenire sulle vulnerabilità socio-ambientali che hanno alimentato la crisi, come l’inquinamento, la perdita di biodiversità o la carenza di mezzi per tutelare la salute dei cittadini.

Solo in questo modo sarà possibile dotare i Paesi degli anticorpi necessari per rispondere alle prossime sfide.

In questa visione, il Green New Deal introdotto dall’ultima legge di bilancio non è un’aspirazione accessoria da posticipare in attesa di una congiuntura favorevole, bensì lo strumento chiave per sostenere una ripresa verde e inclusiva, in linea con l’EU Green Deal dell’UE e con l’Agenda 2030 dell’ONU.

Da due anni la Commissione UE è impegnata a produrre una tassonomia, un lessico comune per consentire agli Stati, alle imprese e agli investitori di identificare le attività economiche che contribuiscono agli obiettivi ambientali dell’UE. È importante che i programmi di rilancio dell’economia facciano proprio questo strumento.

Per introdurre un cambiamento radicale nei modelli economici la sinergia tra istituzioni, imprese e operatori finanziari è centrale. Oltre alle misure di sostegno al credito varate con il Decreto Liquidità, occorre prevedere fin da ora un robusto piano d’investimenti di medio-lungo periodo.

Il percorso dovrebbe procedere lungo queste linee:

  1. Favorire gli investimenti in energie rinnovabili, mobilità sostenibile ed efficienza energetica. L’obiettivo è neutralizzare alcune delle principali minacce alla salute dei cittadini, come l’inquinamento atmosferico: secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente nel 2016 in Italia solo il particolato fine (PM2.5) ha mietuto 58.600 vittime. È su questi temi che potrebbe concentrarsi l’emissione di green bond sovrani per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane.
  2. Puntare su partnership pubblico-privato e impact investing per sanità pubblica e infrastrutture sociali. Questi approcci consentono di incrementare quantità e qualità dei servizi, impiegare in maniera efficiente i capitali e liberare risorse della Pubblica Amministrazione. Il pubblico ha la funzione di indirizzo dei settori strategici, in collaborazione con le imprese e con gli investitori istituzionali. La crisi fornisce una prima indicazione sulla direzione di questi interventi: sanità e potenziamento dei servizi nelle aree interne e nei piccoli comuni.
  3. Valorizzare i servizi alla persona, soprattutto di tipo socio-sanitario. Occorrerà prestare particolare attenzione ai caregiver – 8,5 milioni nel nostro Paese secondo l’ISTAT – e agli Enti del Terzo Settore (ETS), 350.000 organizzazioni con 900.000 dipendenti e 5 milioni di volontari. In quest’ottica è cruciale favorire la conoscenza reciproca di investitori responsabili ed ETS: per esempio, replicando su ampia scala esperienze positive come il progetto Cantieri ViceVersa promosso dal Forum per la Finanza Sostenibile e dal Forum del Terzo Settore.
  4. Incoraggiare l’innovazione digitale in ottica green e ridurre il digital divide. Secondo il Digital Economy and Society Index del 2019 l’Italia è ancora agli ultimi posti in Europa per digitalizzazione. Le politiche e gli investimenti necessari a potenziare le infrastrutture tecnologiche dovranno selezionare soluzioni inclusive e a ridotto impatto ambientale.
  5. Innescare circuiti di collaborazione e fiducia tra finanza sostenibile ed economia reale. È la chiave per sostenere produzione, occupazione e consumi nel lungo periodo. Lo strumento dei PIR potrebbe essere ridefinito ed esteso alle PMI sostenibili.
  6. Potenziare l’educazione finanziaria valorizzando la competenza dei consulenti finanziari. I programmi devono partire dalla scuola dell’obbligo e raggiungere tutta la popolazione. Secondo rilevazioni della Banca d’Italia solo il 30% degli italiani ha un livello di conoscenza delle nozioni di base sufficiente per effettuare solide scelte finanziarie. L’educazione finanziaria è essenziale proprio in fase di crisi, quando la tentazione di cedere a impulsi irrazionali può compromettere ulteriormente la posizione finanziaria delle famiglie.
  7. Rilanciare la collaborazione internazionale tra operatori finanziari. I principi e gli standard di riferimento sulla sostenibilità sono molteplici: tra i principali, l’Agenda 2030, le linee guida del Financial Stability Board per la divulgazione delle informazioni sul clima e i Principles per l’emissione di green bond.

Dal 2001 il Forum per la Finanza Sostenibile lavora su questi temi con ricerca, divulgazione ed engagement con la base associativa. In questa fase cruciale per il nostro Paese e per l’Europa siamo pronti a collaborare con le istituzioni, portando la nostra esperienza e il nostro ruolo di riferimento nei confronti della comunità degli investitori responsabili.

Qui l’articolo per la versione online del Sole 24 Ore.

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